giovedì 7 aprile 2022

HELLGATE

 (1989) 

Regia William A. Levey 

Cast Abigail Wolcott, Ron Palillo, Carel Trichardt 

Genere: Horror 

Parla di “giovanotto investe una ragazza che si scopre essere il fantasma di una finta teen ager uccisa anni prima” 

William A. Levey non è nuovo alle nostre pagine, non tanto per la disgressione blacksploitation horror di Blackenstein (1973) quanto per l’assurdo porno sci-fi Wham Bham Thank you! Spaceman (1975) che nei nostri cinemini a luci rosse esordì con il titolo “Incontri erotici del quarto tipo”. Spostatosi a girare in Sudafrica nel 1989 con un budget decisamente più sapido, il nostro ci estrae dal cilindro questo ancor più allucinato horror che sarà anche il penultimo lavoro della sua carriera registica. Un trio di amici davanti al focherello di una casetta isolata attende l’arrivo di Matt (interpretato da Ron Palillo conosciuto per la sua partecipazione nel telefilm I ragazzi del Sabato Sera in cui bazzicava anche John Travolta) e per passare il tempo si raccontano la storia della cittadina di Hellgate dove la giovane e avvenente Josie (Abigail Wolcott) viene rapita e uccisa da una gang di motociclisti. 

In questa specie di flashback si intravede tutta l’essenza Camp dell’opera con un’ambientazione finto anni cinquanta talmente spoglia e disadorna da essere adorabile. La ragazza è vestita da studentessa ma con gli anni di Noè, anche se l’unica cosa che si nota di lei per tutto il film sono le lunghissime gambe. Il padre di Lei, nel tentativo di salvarla, perde una mano e quindi lo vediamo con una sorta di moncherino rinforzato che lo fa assomigliare ad un guantone da box. Non contento di questa carnevalata, l’autore del film ci regala il ritrovamento di una specie di cristallo che emette raggi laser dipinti su pellicola nella miglior tradizione del fanta trash anni ottanta, ma lo zenith si raggiunge quando uno dei raggi colpisce la vasca di un pesce rosso ingigantendolo fino a diventare una specie di mostruoso piranha dalla vita brevissima, visto che poi esplode in mille pezzi. La produzione, qui, realizza veri e propri animatroni che agitano coda e bocca ma sono talmente fatti male che nello spettatore non può che salire un moto di tenerezza. Finisce il racconto e arriva Matt che incontra, ad un distributore, un assurdo colosso biondo e sbrindellato e una cameriera truccata da Cindy Lauper che ci prova con un savoir faire a dir poco imbarazzante, salvo poi quasi investire il fantasma di Josie che se lo porta in casa per sedurlo. Ma la pomiciata si complica con l’arrivo di Lucas, il padre di Josie (Carel Trichardt che sembra un sosia di John Astin), a cui l’uso incontrollato del cristallo ha sfregiato il viso obbligandolo a piazzare sulle ferite delle lastre di metallo (Mah!). 

Da qui in poi Hellgate si trasforma in un casino incredibile, pieno di mostri, ballerine di can can fantasma, zombie assurdi, donne con occhi blu elettrico e finte case scenografiche che esplodono. Gli attori recitano tra il serio e il faceto, rendendo impossibile capire se stiamo guardando un horror o una commedia stupidotta (verosimilmente stiamo assistendo ad un film stupidotto punto e basta). Il direttore della fotografia non lesina sulla saturazione dei colori di scena e l’uso dei ralenty raggiunge l’apoteosi della lentezza narrativa a cui l’imperizia del montatore da il colpo di grazia definitivo. Alla fine tutto si risolve per il meglio anche se il dubbio circa l’autenticità delle tette della Wolcott rimarrà comunque uno dei misteri insondati di questo aberrante filmaccio. 

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