giovedì 14 aprile 2022

BLACKENSTEIN

 (1972) 

Regia William A. Lewey 

Cast Ivory Stone, John Hart, Joe De Sue 

Genere: Blacksploitation, Horror 

Parla di “Veterano del Vietnam si fa riattaccare braccia e gambe da celebre chirurgo ma l’operazione lo trasforma in mostro” 

Il successo di Blacula (1972) ebbe come naturale conseguenza, in ambito blacksploitation, quello di andare a recuperare il celebre personaggio del romanzo di Mary Shelley per realizzarne una versione all black. L’idea venne al produttore/sceneggiatore Frank R. Saletri, il quale disgraziatamente, non aveva mai avuto prima di allora, alcun contatto con la settima arte. Saletri era infatti un avvocato penalista che nel 1982 fu ucciso con un colpo di pistola, l’autore del delitto non fu mai scoperto. Alla regia fu messo l’esordiente William A. Lewey che, anche in seguito, non brillò mai per la qualità del suo lavoro, al punto che viene ricordato soprattutto per un fantaporno intitolato Wham Bam Thank you! Spaceman (che in Italia giunse con il titolo “Incontri Erotici del quarto tipo”). Protagonista nella parte della creatura è invece il gigantesco Joe De Sue che leggenda vuole fosse un cliente di Saletri il quale lo scelse espressamente per la parte. 

Che De Sue non fosse un attore lo si capisce subito guardandone l’interpretazione di Eddie, sfortunato veterano del Viet-nam al quale la sporca guerra ha privato di tutti e quattro gli arti. Per rimediare al danno subito, la sua fidanzata, la dottoressa Winifred Walker (Ivory Stone) si rivolge al celebre chirurgo Dott. Stein (John Hart), nella sala d’aspetto ci scontriamo subito con un’inquietante statua della Madonna ad altezza d’uomo che rende oltremodo straniante l’incipit del film. Tutto si svolge all’interno della villa castello del chirurgo, dove sono ricoverati anche due strani pazienti, un vecchio al quale il medico aveva riattaccato le gambe ed una novantenne ringiovanita di almeno quarant’anni. La tecnica del dottor Stein applica infatti, alla chirurgia tradizionale, anche l’uso di pozioni a base di DNA per rigenerare i tessuti. Ed infatti, in prima istanza, l’operazione a Eddie è un completo successo, se nonchè l’assistente Malcomb (Roosevelt Jackson), invaghito di Winifred, pasticcia con le pozioni generando nel gigantesco nero una mutazione che lo porterà a trasformarsi in un gigantesco mostro assassino. Le apparizioni del Frankenstein nero sono immerse in una fotografia confusa e oscura, che tenta di giocare con le ombre e si dimentica del ritmo trasformando le passeggiate della creatura in un incubo di noia per lo spettatore. Le aggressioni del mostro sono ridicole, le vittime infatti, invece di scappare, cercano tutte di assalirlo con conseguenze mortali. 

Immancabile poi la presenza di due detective (uno bianco anziano, uno giovane, nero e aitante) che seguono la vicenda in coda garantendo l’inutilità delle forze dell’ordine. Il mostro passa il tempo a camminare in puro zombie style, truccato con un ridicolo mascherone facciale che, almeno, nasconde l’incapacità recitativa di De Sue, mentre l’audio ci propina il suo ringhio ossessivo e un battito cardiaco incessante al posto della colonna sonora. Non è ben chiaro come la creatura riesca a sbudellare le sue vittime e soprattutto perché, successivamente, si metta a giocare con gli intestini (forse un rimando alla propria infanzia?), fatto sta che gli attori corrono da una parte e si ritrovano, nella scena dopo, sempre allo stesso punto di fronte al mostro, lo attaccano e si ritrovano morti nella sequenza dopo. Misteri del montaggio? In Blackenstein manca poi la variante comica che permeava invece “Blacula”. Qui tutto si prende troppo sul serio anche se poi lo spettatore troverà comunque elementi per farsi una risata, pur involontaria. Nel cast anche il caratterista John Dennis (Frankenstein Junior, Soylent Green) nella parte di un odioso infermiere. 

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