mercoledì 19 gennaio 2022

LIONMAN

 (Lionman II: The Witchqueen, 1979) 

Regia Mehmet Aslan 

Cast: Francis Mughan, Eris Akman, Necdet Kökes 

Genere: Fantasy, Avventura 

Parla di “ Re forzuto con guantoni da boxe mena di brutto tutti quelli che vogliono rubargli il trono” 

Giuro che pensavo di trovarmi davanti ad un porno quando ho iniziato a guardare l’inizio, con quell’assurdo dialogo tra questa biondona riccioluta praticamente coperta solo nelle parti intime con dei cocci di metallo e una specie di monaco inquadrato solo di spalle. Non parliamo dei titoli di testa, realizzati con caratteri amatorialissimi mentre scorrono le parti migliori del film (se esistono!) rovinandocene così la visione successiva. In realtà questo Lionman sarebbe il seguito di un film del 1975 ma realizzato con attori diversi, questo seguito, invece, viene pensato per il mercato estero, con attori di nomea esterofila come il protagonista Francis Mughan, incrocio tra Iggy Pop e Nino D’Angelo e la sconosciuta Dee Taylor nella parte della strega cattiva ed unico vero interesse che può scaturire dalla visione del film. 

Il resto della produzione è perfettamente turca, con nomi di attori americanizzati e persino una didascalia, a inizio film, che ne dichiara la provenienza ma quasi lasciando intendere che, di turco, il film abbia solo le location. Strategia commerciale a parte, la qualità di questo mediocre fantasy è a dir poco aberrante. L’eroe del titolo è una specie di re cresciuto da bambino in mezzo ai leoni (vediamo infatti una specie di flashback assurdo dove c’è un bimbetto che gioca con un leoncino mentre mamma e papà leone si guardano perplessi) al quale hanno bruciato le mani, giusto per permettergli di utilizzare enormi guantoni da boxe muniti di artigli con i quali scazzotta, schiaffeggia, graffia e si arrampica sui muri per tutto il film. Al suo fianco una specie di corte dei miracoli, con un vecchietto che fa acrobazie degne del Cirque Du Soleil, un nanetto sosia di Little Tony che sventola due seghe circolari di gomma e un gigantesco omone che pensa solo a mangiare e fa il verso a Bud Spencer. 

Dalla parte opposta, oltre alla strega ignuda che controlla le menti con un falchetto e un anello sprigionante raggi laser, c’è anche il re cattivo Belisarius che porta delle sferette sulle spalle ma scopriremo poi che sono dardi omicidi. Senza addentrarsi troppo sulla trama, il film è tutto un correre, saltare e menare fendenti all’aria con un mucchio di soldati che sembrano dei ranger canadesi con l’elmetto, enormi piante grasse che imprigionano e un coccodrillo stuzzicadenti che passa il tempo a fare bolle in un fetido stagno. Sulla recitazione stendo un velo pietoso ma non sui costumi che sono decisamente Camp, in particolare la psichedelica tutina rosa della fidanzata di Lionman. Se l’intreccio narrativo arranca in un susseguirsi di intrighi, rapimenti e omicidi di corte, il finale rimane comunque aperto ad un terzo capitolo che, per nostra fortuna, non verrà mai realizzato. 

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