Regia: Meir Zarchi
Cast: Camille Keaton, Eron Tabor, Richard Pace
Genere: Thriller, Rape & Revenge
Parla di “gruppo di bulletti campagnoli violentano e seviziano giovane scrittrice ma la preda diventa predatore e il castigo sarà tremendo!”
Non c'è musica in questo film di Meir Zarchi, c'è solo l'armonica a bocca di uno dei quattro stupratori di Jennifer (Camille Keaton), scrittrice newyorkese in cerca di calma e tranquillità, che decide di trasferirsi in una isolata casetta di campagna per terminare il suo libro e verrà invece adocchiata dai bulli del paese che per quasi un'ora di film giocheranno con lei al gatto e il topo, violentandola, sodomizzandola, picchiandola a sangue per lasciarla mezza morta, sporca e insanguinata nel salotto di casa sua.
Esiste solo il rumore del motore del motoscafo che inesorabilmente darà inizio al gioco di morte che si concluderà con la feroce vendetta della nostra eroina, la quale, nell'ultima mezz'ora truciderà uno ad uno tutti i quattro ragazzotti di campagna, impiccandoli, evirandoli, squartandoli con l'elica del motoscafo e colpendoli con l'accetta in un crescendo di sangue e disperazione, intervallati dal silenzio del bosco circostante, muto testimone di una storia trucida che ha scatenato migliaia di polemiche, scioccato migliaia di spettatori e creandosi, in quasi trent'anni, un culto invidiabile.
Non so di preciso dove abbia voluto parare il regista, realizzando questa specie di Giustiziere della notte agreste, certo conscio di una serie di film che lo hanno preceduto, non ha sicuramente inventato niente, calcando la mano sulla violenza nuda e cruda, certo è che ha comunque colpito nel segno, soprattutto grazie al volto di Jennifer, dolce e crudele, sensuale e spietata vendicatrice a riempire gli oltre novanta minuti di questa tragedia che non ha niente da insegnarci ma lo fa talmente bene che non si riesce a restarne indifferenti anche a distanza di anni dalla sua uscita nelle sale.
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