martedì 11 febbraio 2020

LA SFIDA EROTICA

(1986)

Regia Arduino Sacco

Cast Marina Hedman, Ivana Saul, Paola Senatore

Genere: Porno, Commedia

Parla di “tenzone a colpi di sesso fra due tizie in un film di montaggio dove si ricicla l’impossibile”

Arduino Sacco che, spesso e volentieri, si è fregiato dello pseudonimo anglofono Dudy Steel, è un mestierante votato al porno, attivo per lo più negli anni ’80, insomma uno di quelli a cui non verranno attribuiti capolavori rivalutati nel tempo, anche se poi, se si guarda la sua filmografia con lo sguardo del cacciatore di stranezze trash, vediamo che è nientemeno il regista di due turpi pellicole con la Marina Frajese i cui titoli “Marina e la sua bestia” e “Marina e la sua bestia 2” ci fanno ben immaginare l’edificante contenuto. 

Parlando di questa “Sfida erotica” ci sarebbe ben poco da dire, è sostanzialmente un film di montaggio dove l’unico collante narrativo è la voce fuori campo che racconta la rivalità sessuale di due tizie impegnate a dare fondo alle proprie energie erotiche per farsi più maschi possibili. Tentare in ogni caso di reperire un nesso logico alle sequenze di sesso montate alla cazzo di cane (o cavallo tanto per rimanere nel paniere del regista) è tempo sprecato come del resto è altrettanto sprecato il tempo dedicato alla visione di quest’oretta scarsa di pellicola da infimo cinema a luci rosse dove però spunta la faccina di Paola Senatore, attrice non propriamente abituata al genere. La brava Paola, protagonista di punta di molti titoli di serie B tra commediacce scollacciate, nunsploitation, poliziotteschi e thriller, si era fatta notare in Salon Kitty di Tinto Brass e sorprende quanto rattrista quindi vederla impegnata a fine carriera, ormai devastata dalla tossicodipendenza, in ruoli da basso cinema porno. 

Con Sacco aveva già lavorato in “Non Stop sempre buio in sala” l’anno precedente ed è proprio dai rimasugli di questa pellicola che derivano le scene girate per “La sfida erotica” con la Senatore, evidentemente ancora un nome di richiamo per certi spettatori arrapati che infestavano le sale a caccia di facili masturbazioni notturne. In ogni caso essendo un film di montaggio non sorprende che si sia riciclato l’impossibile per portarlo a compimento, sorprende di più che io sia riuscito ad arrivare alla fine vincendo la devastante sonnolenza che procurano queste arcaiche scene di sesso dove intere foreste di pelo pubico invadono lo schermo e dove interminabili coiti artefatti minano alla radice anche quel poco che il cinema porno, in passato, ci aveva regalato. 

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