lunedì 9 dicembre 2019

THARZAN - LA VERA STORIA DEL FIGLIO DELLA GIUNGLA

(1991)

Regia Joe D’Amato

Cast Rocco Siffredi, Rosa Caracciolo, Nikita Gross

Genere: Porno, Avventura, Commedia

Parla di “Versione a luci rosse del celebre selvaggio della giungla che si tromba mezza Savana”

E qui siamo dalle parti di un classico, una di quelle pellicole che, per quanto riguarda il mondo del cinema a luci rosse, ha fatto la storia. Del resto Joe D’Amato non solo era un grandissimo regista ma aveva il pregio di rendere oro quello che altri avrebbero trasformato in merda. A questo poi aggiungiamo la presenza come protagonista di una vera e propria rockstar del porno come Rocco Siffredi e dulcis in fundo la presenza come co-protagonista di Rosa Caracciolo, attrice pornografica dalla bellezza intensa nonché moglie dell’attore. L’intento è quello di rilasciare una versione hard del film “Greystoke – La leggenda di Tarzan, signore delle scimmie” che anni prima ottenne un grande successo sia di pubblico che di critica e collaborò a lanciare la carriera di Cristopher Lambert, aggiungendo però quell’elemento sessuale finora negato al personaggio ideato da Edgar Rice Burroughs. 

Il tutto in una versione casareccia e ruspante dove la giungla è un parchetto romano con tanto di antiche rovine imperiali allargato grazie ad un continuo montaggio di panorami della Savana africana con tanto di scimmiette che zompano da un albero all’altro, tra queste anche una bruttissima versione di Cheeta che non è più uno scimpanzè ma una qualche scimmietta a metà tra il babbuino e il macaco. Siffredi apre la bocca e scatta la registrazione del vero urlo di Tarzan, rubato da qualche vecchio telefilm in bianco e nero. Indossa dei ridicoli stivaletti con il pelo e fa divertentissimi mugugni da scimmione quando giunge all’orgasmo. Dopo una serie di zompate con l’esploratrice Jane, questa scopre, in una cassettina in mezzo alle carabattole dell’uomo scimmia, le sue nobili origini e lo convince a tornare nella civiltà. Finiscono quindi nei ricchi possedimenti di un bellimbusto innamorato di Jane, il quale insiste perché la donna lo sposi al più presto. 

Dopo aver scoperto questa passione segreta tra l’amata e il proprietario della villa, il povero Tarzan non può far altro che consolarsi sbattendosi tutte le ospiti femminili della magione, cameriera compresa. In tutto questo l’inconsolabile Jane passa il tempo dietro porte e finestre ad ammirare le gesta amorose dell’instancabile selvaggio, fino a quando le diatribe tra innamorati verranno risolte in una liberatoria scopata finale. Quello che salta agli occhi in quest’ennesimo titolo alimentare del buon Aristide è la sorprendente cura nella fotografia e in particolare nell’illuminazione delle scene. Mentre le sequenze di sesso proseguono praticamente come un copione a scala industriale (pompino, candela, pecora e ops…eiaculazione facciale obbligatoria), ci troviamo, in certi momenti, ad ammirare scene quasi vittoriane. La professionalità e il mestiere di uno dei più grandi artigiani della storia del cinema italiano sono gli elementi che fanno la differenza, anche in un porno becero e scontato come questo. All’estero è conosciuto come Tarzan X: Shame of Jane.

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