venerdì 12 luglio 2019

LA NEBBIA DEGLI ORRORI


(The Lost Continent, 1968) 

 Regia Michael Carreras 

Cast Eric Porter, Hildegard Knef, Suzanna Leigh 

Non è facile trovare film che iniziano non bene ma benissimo e poi, a sorpresa, scivolano nel trash più grossolano a metà visione, per averne un buon esempio potete recuperare questa pellicola del tardo periodo Hammer in cui la nota casa inglese di produzione cinematografica, abbandonati mostri classici come Dracula e Frankenstein, cercava nuove alternative all'horror tradizionale. In realtà qui l'horror è solo sottinteso, dal momento che il genere trattato è più affine al cinema fantasy e d'avventura. Quel che è certo è che la prima ora di film è folgorante, ammorbata da atmosfere cupe e inquietanti dove una vecchia carretta del mare capitanata da un perfido e dispotico Capitano Lansen (interpretato da un Eric Porter in stato di grazia) viaggia sul mar dei Sargassi con un carico illegale di polvere di fosforo che al solo contatto con l'acqua esplode. Anche i passeggeri della nave non brillano per simpatia, e uno ad uno, scopriamo che tutti hanno un motivo per fuggire dalle coste inglesi da cui la nave è salpata, eludendo i controlli doganali. In procinto di incontrare un tifone, l'equipaggio scopre il pericoloso carico, si ammutina e fugge lasciando Lansen, i passeggeri e pochi marinai in balia delle acque irrequiete. Quando la nave inizia a imbarcare acqua da tutte le parti, agli sfortunati naviganti non resta altro che salire su una scialuppa e affrontare il mare ignoto. Uno dei passeggeri finisce in pasto agli squali, il cuoco si frattura il cranio e all'orizzonte si profila una misteriosa macchia di strane alghe carnivore. 

Mi fermo qui perchè a questo punto la narrazione prende una piega inaspettata, il film che, finora gode di un ritmo malsano, associato alla cattiveria di quasi tutti i personaggi, prende improvvisamente la strada del trash e vediamo apparire strani individui provenienti dal passato della colonizzazione spagnola, dotati di enormi cuscini ai piedi e due palloni aerostatici di pezza, legati alle spalle, come se non bastasse escono fuori mostruosità di gommapiuma che si muovono grazie a pompe d'aria che li fanno gonfiare e sgonfiare per simularne il movimento. C'è persino un orrendo granchio, con la bocca a forma di vagina pulsante, che combatte con un enorme scorpione trainato da cavi (poco) invisibili. Roba che fa sembrare Attack of the Crab Monsters di Roger Corman un capolavoro girato con il team del reparto effetti speciali di George Lucas. Vediamo poi una specie di Santa Inquisizione capitanata da un ragazzino brufoloso e un monaco incappucciato, a seguire orge di fuochi d'artificio da tutte le parti.  

La comicità involontaria raggiunge qui i massimi livelli e ci si chiede come abbia potuto un valido regista come Michael Carreras farsi coinvolgere in questa assurda carnevalata, la risposta è da ricercarsi nelle complesse vicissitudini produttive di quest’opera, all’origine diretta dal regista Leslie Norman, successivamente licenziato da Carreras che era il produttore, il quale dovette completare il film mettendosi dietro la macchina da presa. Anche per la colonna sonora il primo autore Benjamin Frankel fu allontanato, ripiegando successivamente su un nuovo score di Gerald Schumann. In ogni caso ci si diverte e il film rappresenta qualcosa di diverso nel catalogo di orrori Hammer, certo se giri un fantasy con quattro soldi non puoi lamentarti del risultato, in ogni caso atmosfere e recitazione sono di buon livello, il resto è talmente weirdo da lasciare stupefatti (per questo molti in realtà preferiscono la seconda parte rispetto alla prima). 

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