Regia Louis J. Gasnier
Cast Dorothy Short, Kenneth Craig, Lillian Miles
Forse uno dei primi e più famosi esempi
di exploitation cinema (ovvero quelle
pellicole che trattano un determinato argomento spesso violento o scabroso)
questo film nacque attraverso il finanziamento di una piccola comunità
cattolica al fine di illustrare i pericoli e i devastanti effetti dell'uso
della Marihuana sopratutto nei riguardi dei giovani. Nota anche con il titolo
"The Burning question" o "Tell your children" la pellicola
di Louis J. Gasnier è paradossalmente diventata, nel tempo, una sorta di guida
per novizi sull'impiego di sostanze stupefacenti grazie ad una certa precisione
nello descrivere i trucchi ed i segreti per nascondere la droga nelle scarpe,
all'interno di un libro oltre a tutte le informazioni necessarie su come
rollarsi una canna. In ogni caso siamo di fronte ad un cult di incredibile
originalità, un manifesto di propaganda che si trasforma in una testimonianza
dell'ingenuità dei tempi passati nel trattare problemi delicati e spinosi come
quello della droga.
La storia del film illustra in maniera piuttosto esplicita
cosa può accadere a chi cade nelle devastanti trame della Marihuana attraverso
le vicende di due bravi ragazzi quali
Bill Harper (Kenneth Craig) e la sua fidanzatina Mary (Dorothy Short).
Introdotto da un monito ai genitori degli studenti da parte di un sedicente Dr.
Carrol (Dorothy Short) il film prosegue con Bill che finisce nelle grinfie di
Jack (Carleton Young) e Mae (Thelma White), due malviventi che forniscono droga
a Ralph (Dave O'Brien) e Blanche (Lillian Miles) nel loro stesso appartamento
dove organizzano festini illegali a base di sigarette dopate. Bill finirà nelle
grinfie di Blanche che lo inizierà alla Marihuana mentre Ralph tenterà di farsi
Mary, stordito dalla droga Bill litiga con Jack al quale partirà un colpo di
pistola che ucciderà Mary. Arrestato per Omicidio, Bill verrà processato e
condannato all'impiccagione ma grazie all'intervento della polizia che
arresterà i malviventi e Blanche scagionerà completamente Bill prima di
suicidarsi.
Colpiscono molto certi stereotipi sull'uso della Marihuana ma
sopratutto le facce assatanate dei fumatori, tutti intenti a ridacchiare con
gli occhi sbarrati. Il tutto condito da una velata accusa alla musica del
diavolo (Così era considerato a quei tempi il Jazz) che sottolinea in
sottofondo le drammatiche gesta a cui assistiamo. Non a caso il primo drogato che
viene individuato nel film è il pianista del bar dove i giovani si ritrovano a
ballare. Nel 2005 questo film ha anche ispirato un musical che, ovviamente,
rende omaggio all'involontaria comicità di questo piccolo capolavoro nascosto.
Non so voi, ma dopo averlo visto, mi è venuta voglia di farmi una canna!
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