lunedì 20 agosto 2018

JUSTINE UNA MINORENNE DELIZIOSA


(Justine and the Whip, 1979)

Se siete alla ricerca disperata del mitico "Justine ovvero le disavventure della virtù", excursus desadiano di Jess Franco dove compare Romina Power completamente ignuda e seviziata, attenti a non fare confusione con quest'altro titolo del regista spagnolo che qui si firma come David Though. Altri non è all'infuori di un mero rimontaggio di vari spezzoni presi qua e là dall'estesa filmografia di Franco, rimaneggiato e rimontato da Joe D'amato, il quale ha aggiunto elementi pornografici diretti da lui stesso. 

Uscito in Italia con il titolo "Justine, una minorenne deliziosa" (ma ha anche un altro titolo: “Le porno libidini di Justine”), il film in realtà narra le vicende di una spogliarellista tutt'altro che minorenne, infatuata di un aitante hippie ossessionato dalla religione che indugia spesso e volentieri nelle punizioni corporali a suon di frusta. La pellicola, quasi tutta girata in interno con primi piani e dettagli misti di parti anatomiche, volti, occhi, tette, culi e anche un pisellino che fatica a sollevarsi nonostante il generoso blow-job della protagonista, ha dialoghi ridotti all'osso mentre la narrazione è affidata a Lina Romay in fuoricampo. Di notevole suggestione sono le atmosfere psycho beat che legano la sofisticata fotografia ipersatura con le musiche di Nico Fidenco, prelevate da altri film musicati dal maestro (Emanuelle Docet!) e buttati nell'audio uno dopo l'altro senza soluzione di continuità. 

Se le scene erotiche risultano allo spettatore alquanto datate e di dubbio gusto, vanno un pò meglio le sequenze lesbiche tra Justine e una vecchia amica del cuore da cui fugge per consolarsi delle delusioni amorose. Certo i fan del maestro madrileno avranno sicuramente visto di meglio e devo dire che la sensazione di deja-vu in questo rimescolamento di corpi femminili, è molto forte. Non basta la rapata pubale della Romay, le autoreggenti e le scarpe con lo zoccolone ad eccitare, complice anche una confusione visiva che rischia più che altro di far venire il mal di testa. Franco compare in un breve cameo nella parte di un cliente di Justine che, alla vista del suo corpo nudo, esplode in un pianto infantile coadiuvato da sensi di colpa di tipo cattolico. Verso la fine troviamo anche una scena di necrofilia con la Romay che fa un pompino al suo compagno appena suicidatosi. questo prima di infilarsi una pistola nella vagina e porre fine anch'essa alla propria esistenza in un tripudio shakespeariano di dubbio gusto ma decisamente in pieno Franco style.

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