(Justine and the Whip, 1979)
Regia Jesús
Franco
Se siete alla ricerca disperata
del mitico "Justine ovvero le disavventure della virtù", excursus desadiano
di Jess Franco dove compare Romina Power completamente ignuda e seviziata,
attenti a non fare confusione con quest'altro titolo del regista spagnolo che
qui si firma come David Though. Altri non è all'infuori di un mero rimontaggio
di vari spezzoni presi qua e là dall'estesa filmografia di Franco, rimaneggiato
e rimontato da Joe D'amato, il quale ha aggiunto elementi pornografici diretti
da lui stesso.
Uscito in Italia con il titolo "Justine, una minorenne
deliziosa" (ma ha anche un altro titolo: “Le porno libidini di Justine”),
il film in realtà narra le vicende di una spogliarellista tutt'altro che minorenne,
infatuata di un aitante hippie ossessionato dalla religione che indugia spesso
e volentieri nelle punizioni corporali a suon di frusta. La pellicola, quasi
tutta girata in interno con primi piani e dettagli misti di parti anatomiche,
volti, occhi, tette, culi e anche un pisellino che fatica a sollevarsi
nonostante il generoso blow-job della protagonista, ha dialoghi ridotti
all'osso mentre la narrazione è affidata a Lina Romay in fuoricampo. Di
notevole suggestione sono le atmosfere psycho beat che legano la sofisticata
fotografia ipersatura con le musiche di Nico Fidenco, prelevate da altri film
musicati dal maestro (Emanuelle Docet!) e buttati nell'audio uno dopo l'altro
senza soluzione di continuità.
Se le scene erotiche risultano allo spettatore alquanto
datate e di dubbio gusto, vanno un pò meglio le sequenze lesbiche tra Justine e
una vecchia amica del cuore da cui fugge per consolarsi delle delusioni
amorose. Certo i fan del maestro madrileno avranno sicuramente visto di meglio
e devo dire che la sensazione di deja-vu in questo rimescolamento di corpi
femminili, è molto forte. Non basta la rapata pubale della Romay, le
autoreggenti e le scarpe con lo zoccolone ad eccitare, complice anche una
confusione visiva che rischia più che altro di far venire il mal di testa.
Franco compare in un breve cameo nella parte di un cliente di Justine che, alla
vista del suo corpo nudo, esplode in un pianto infantile coadiuvato da sensi di
colpa di tipo cattolico. Verso la fine troviamo anche una scena di necrofilia
con la Romay che fa un pompino al suo compagno appena suicidatosi. questo prima
di infilarsi una pistola nella vagina e porre fine anch'essa alla propria
esistenza in un tripudio shakespeariano di dubbio gusto ma decisamente in pieno
Franco style.
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