( Id. 1970)
Regia John Waters
Ci sono tante cose in comune tra
John Waters e Pier Paolo Pasolini : il gusto dell'eccesso, lunghi dialoghi e la
ripresa del vero che più vero non si può ovvero il mondo degli emarginati dei
freak che si trasformavano nelle borgate romane. Entrambi cercano la verità ma
John Waters lo fa con un piglio molto infantile e goliardesco. Divine veste con
un abito molto semplice anni '60 ma tutta la sua cattiveria trasgressiva la
esprime nel rossetto sulla bocca che lo rende più simile ad un ghigno satanico
alla "joker" maggiormente accentuato nella psichedelica scena del
sesso lesbico in chiesa (anche se per un travestito la parola
"lesbica" appare un pò come un controsenso). In questa scena Divine
viene masturbata da una distinta signora (Mink Stole) con un rosario ed è stata girata in una vera
chiesa (anche se al prete non era stato rivelato il vero intento del regista),
la scena di sesso viene inoltre intervallata da una sorta di riedizione della
passione di Gesù Cristo, piuttosto feroce (le scatolette di tonno ed il pane
imbustato come sorta di pani e pesci dell'era consumistica).
In Multiple
Maniacs, uno dei primi lungometraggi del regista di Baltimora, considerato il
re del cattivo gusto (ma a Baltimora pare abbiano tutti una predilezione per il
kitch), appaiono tutti gli attori della Dreamland , una specie di comune
cinematografica tra John, Mink Stole, Edith Massey , David Lochary e
naturalmente Divine. In questo film Waters esprime tutta la sua predilezione
per le storie criminose (John Waters ama assistere ai processi in tribunale) e
cita anche il massacro di Bel Air e Sharon Tate. L'uso del bianco e nero rende
tutto molto suggestivo ma è sopratutto nel finale catartico che si esprime al
meglio la tragicità grottesca di questo "non facile da digerire"
film, un finale in cui muoiono tutti (o quasi) per mano di Divine, trasformatasi
progressivamente in un serial killer cannibale che mangia il cuore al suo
ragazzo per poi, chissà come e all'improvviso venire stuprata da una enorme
aragosta dal nome mitico di Lobstora, una sequenza da incubo in cui Divine non
lesina certo le urla disperate, è tuttavia grottesco che mentre l'aragosta
stupra divine, si vedono i cavi che sorreggono il plasticoso crostaceo.
Ma non
finisce qui, Divine, completamente pazza esce di casa in vestaglia e pelliccia,
inizia a sfasciare macchine ed aggredire gente (che del resto fugge ridendo)
prima di venire uccisa, in un selvaggio rituale hippy, dalla guardia nazionale.
Cosa rende questo film mitico? Il magico mondo dei disperati annusatori di
colla e l'incomparabile interpretazione di Divine, mostro goliardesco del
futuro e tutta la setta di pazzi che ha partecipato alla realizzazione di
questo capolavoro.
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