Regia Jesús Franco
Cast Dyanne Thorne, Tania Busselier, Lina Romay
Appiccicato con forza al successo
della saga dedicata alla nazi eroina Ilsa, questo film di Jesus Franco nasce
unicamente dalla volontà di sfruttare le strabordanti forme di Dyanne Thorne,
ancora effettivamente in buone condizioni nonostante, sui tratti del volto, si
noti implacabile sia il segno del tempo, sia quello del chirurgo plastico. A
onor del vero solo la versione inglese recita nel titolo il nome di Ilsa,
perchè nella realtà la sexy carceriera della clinica lager che, nel film,
ospita elementi femminili affetti da devianze sessuali, si chiama Greta, del
resto anche in Italia il film uscì come "Greta, la donna bestia". Di
sicuro il personaggio interpretato dalla Thorne non è molto dissimile da quello
che in tempi non sospetti diede fama e gloria all'attrice. In questo caso,
l'operazione alimentare è soprattutto per Franco, che dirige e interpreta una
piccola parte come medico rivoluzionario (o supposto tale) rinunciando a
qualsiasi pretesa autoriale (ad eccezione di qualche felice intuizione visiva),
di contro il risultato è decisamente più scorrevole di molte delle pellicole
alle quali il maestro ci ha abituato negli anni, il montaggio è più serrato e
la visione risulta decisamente piacevole, nonostante veleggi nell'aria il
sapore della pura sexploitation ai limiti del trash.
Siamo in America Latina,
in un paese dove probabilmente vige una sorta di dittatura che utilizza la
clinica come centro di raccolta e tortura di giovani prigioniere
rivoluzionarie. Tra queste una delle giovani cerca di fuggire, nella foresta
viene inseguita da due guardie femmina armate di lunghissime spingarde e
calzettoni da tennis, dopo qualche minuto si trasformano in due guardie maschio
e qui annusiamo subito l'adorato aroma del cinema weirdo. La fuggitiva si rifugia dal dottor
Arcos (interpretato da Franco) che abita nelle vicinanze della clinica, ma la
carceriera Greta la recupera immediatamente cercando di corrompere il medico.
Quest'ultimo però sospetta qualcosa e indice una conferenza stampa per
coinvolgere le autorità e aprire un'inchiesta. In realtà viene avvicinato dalla
sorella della fuggitiva che gli rivela la sua intenzione di fingersi matta per
entrare nella clinica sotto falso nome e scoprire cosa succede all'interno.
Qui
la trama sembra in un certo senso omaggiare il bellissimo "Shock
Corridor"di Samuel Fuller, anche se solo nelle intenzioni. Rispetto ad
altri film della saga ilsiana qui perversioni e violenza sono decisamente
sottotono, anche se la presenza di Lina Romay, musa sempiterna del maestro
spagnolo, risulta interessante, soprattutto quando la protagonista viene
costretta a leccargli il sedere subito dopo aver defecato. C'è anche la
parentesi snuff movie gestita dal compare della giunonica Greta il quale si
diverte a filmare torture e orgie ai danni delle povere carcerate e rivenderle
a un losco imprenditore. L'ultimo filmino, quello più costoso, sarà
paradossalmente la ripresa della morte di Greta, divorata selvaggiamente dalle
carcerate. In quest'ultima scena Jesus Franco alterna i primi piani del pasto
cannibalesco con sequenze di repertorio in cui un leone spolpa avidamente la
sua preda. Una geniale intuizione che permette di limitare i costi degli
effetti speciali e colpire ugualmente dallo stomaco dello spettatore.
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