giovedì 21 aprile 2016

THE WILLIES

(Id.1990)
Regia
Cast  , ,  





Attore di secondo piano e tuttofare nel mondo del cinema americano, Brian Peck è riuscito nella sua carriera a dirigere un solo film e se da un lato, qualitativamente, si può gridare "Per fortuna!" a livello di intrattenimento, dall'altro lato si potrebbe anche gridare "Peccato!" Si perchè questo "The Willies", nonostante l'aura Camp che oscilla tra i Goonies e I Gremlins riesce a divertire un mondo, a patto che si sorvoli, per l'appunto su recitazione, ritmo e messa in scena. Cosa rimane allora, direte voi? Beh, prima di tutto, il livello nostalgia che mi assale quando guardo questi vecchi film anni ottanta (anche se, in questo caso, il titolo era già entrato nel nuovo decennio), poi bisogna dire che le storie che compongono l'opera sono spassosissime, almeno quanto i mostroni di plastica e gommapiuma che spuntano da ogni parte. La pellicola inizia con tre ragazzini (Tra cui  Sean Astin che diventerà l'inseparabile Hobbit Sam di Padron Frodo)  dentro una tenda, nella migliore tradizione americana, che hanno ricevuto il permesso dai genitori di passare la serata a raccontarsi storie di paura, anticipando così la saga "Urban Legend".   

La prima storia è più che altro un breve flashback con una vecchia ingorda che ordina al California Fried Chicken un secchio di pollo fritto, ma il primo pezzo che addenta si rivela con orrore essere un bel rattone impanato. La seconda storia narra più che altro su come il Tunnel degli orrori del Luna park una volta fosse molto ma molto più spaventoso. In realtà i due microepisodi sono solo delle anticipazioni prima dei titoli di testa. Le due storie principali saranno infatti "Sweet Revenge" e "FlyBoy".  In particolare, nella prima, Brian Peck ha modo di dimostrarci la sua incapacità nel coordinare i dialoghi e nel far recitare i ragazzini, creando una situazione quasi surreale a livello di interpretazione, con ragazzini che recitano le loro battute con una legnosità e un imbarazzo tali che sembra non ricordino bene il copione. La storia vede un ragazzino occhialuto e magrolino che viene vessato da tre compagni di classe con la maglietta degli Iron Maiden che, a quei tempi, voleva dire che chi la indossava era il cattivo (un pò come oggi per le sigarette insomma). I tre bulletti appendono il nerd al soffitto legandolo con il tubo dell'idrante. Durante il compito in classe però il ragazzino deve andare in bagno e qui scopre una sorta di creatura che sembra un pollo spelacchiato con la faccia da mandrillo senza peli, una sorta di scimmia epilata che decapita il bidello e la maestra. A questo punto il nerd decide di vendicarsi dei tre bulletti e li rinchiude in bagno con la bestiaccia. Nonostante la creatura sia ben fatta e il cameo di Kathleen Turner,  il ritmo della storia sembra scandito da allucinogeni per la lentezza del susseguirsi delle situazioni, sconsigliato da vedere se vi siete fatti una canna. Il secondo episodio va un pò meglio anche se il tono "Camp" diventa ancora più marcato con un ragazzino di nome Gordy, obeso e antipatico al punto da passare tutto il suo tempo in cantina a creare modellini di abitazioni e locali inserendo mosche morte come personaggi della scenografia. 

L'ossessione per le mosche porterà Gordy a fare uno scherzo crudele ad una sua compagna di classe, dandogli da mangiare un biscotto fatto di mosche morte. Non contento ruba a una specie di agricoltore scienziato, un po del miracoloso fertilizzante in grado di crescere carote e pomodori giganti e invasarlo con mosche vive. Il risultato, manco a dirlo, sarà l'ingigantimento degli insetti che staccheranno le braccia al ciccione così come lui faceva con le ali delle sventurate colleghe. Non si può sorvolare sull'effetto ilare che emanano le moscone giganti che ondeggiano le gambe e sembrano uscite da una festa in maschera trash. Il risultato finale di The Willies è quasi straniante, le recitazioni fuori dalle righe fanno quasi pensare ad una parodia ma anche come film comico, a voler essere buoni, la confezione risulta veramente weirdo. Tuttavia non si può nascondere un "Guilty pleasure" nel gustarsi opere come questa, leggere come piume ma talmente esagerate e di cattivo gusto da risultare assolutamente irresistibili. Nel cast anche il povero Clu Gulager, recuperato probabilmente da "Il ritorno dei Morti viventi" in cui aveva recitato assieme a Brian Peck.
 

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