martedì 9 ottobre 2012

VOCI DAL PROFONDO

(Id. 1991)
Regia Lucio Fulci
Cast Duilio Del Prete, Karina Huff, Pascal Persiano

Un oggettino di difficile collocazione questa pellicola di un Fulci ormai sul viale del tramonto ma ancora straordinariamente attivo. Non propriamente un horror anche se pregno di elementi distintivi del genere, non precisamente un giallo e nemmeno un drammatico ma tutto quanto insieme in un piccolo minestrone (ma sarebbe più giusto definirla una minestrina!) senza sale, certamente non un bel film ma neanche una schifezza.  Mal cagato dai suoi connazionali, ignorato dalla stampa specializzata, il buon Lucio si pone, negli anni novanta, in una sorta di purgatorio del cinema, nascondendosi in piccole e mediocri produzioni dove può comunque divertirsi senza però l'entusiasmo di una volta.
Ecco dunque che questo "Voci dal profondo" tratto da una storia scritta e sceneggiata dallo stesso regista, si presenta come un mediocre film di cassetta dove assistiamo ad una lotta per l'eredità del cinico Giorgio Mainardi che, un bel giorno, muore improvvisamente per un'emorragia interna ma i suoi pensieri continuano a fluttuare nell'aria cercando disperatamente la verità attraverso l'amata figlia Rosy, tutto questo prima che il corpo sepolto venga progressivamente divorato dai vermi.
Ovviamente la ragazza scoprirà uno scontatissimo complotto della matrigna, inutile dal momento che prima di morire il Mainardi aveva nominato come sua unica erede proprio l'adorata Rosy.Più che nella trama vera e propria l'horror fulciano esiste attravero flashbacks e sogni che assalgono i protagonisti, vediamo quindi, sin dalle prime immagini Mainardi che fa all'amore con la moglie Lucy ma viene disturbato dal pianto del figlioletto bastardo, si alza quindi dal letto prende un coltello e va nella stanza del bambino per sventrarlo sotto i nostri occhi. Non va meglio al figliastro Mario che viene assalito in sogno da un gruppo di zombi che lo divorano.

Per il resto si evidenziano sopratutto la staticità degli eventi (ergo non succede un cazzo!) e la banalità dell'impianto giallistico. Nonostante questo il buon Lucio sa ancora come rendere insostenibile un'autopsia (che gira partecipandovi nel ruolo del chirurgo) e a dare vita agli incubi più surreali della mente umana in questa sua penultima opera che ringrazia nei titoli di coda lo scrittore Clive Barker e si conclude con una risata al cimitero, segno che quando si chiude il proprio ciclo vitale è meglio prendere le cose con la giusta dose di ilarità. Da notare la presenza nel cast del mega direttore galattico fantozziano Paolo Paoloni.

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