venerdì 20 gennaio 2012

THEY SAVED HITLER'S BRAIN

(Id. 1968)
Cast Walter Stocker, Audrey Caire , Carlos Rivas

Uscito al cinema con il titolo "Madmen of Mandoras" il film di David Bradley divenne una specie di piccolo cult quando i distributori  decisero, nel 1969, di trasformarlo in un prodotto televisivo allungato di 20 minuti grazie al contributo di un collettivo studentesco della UCLA i quali aggiunsero una serie di filmati di repertorio. Nonostante questo sforzo siamo comunque di fronte ad un prodotto di infima qualità dal punto di vista cinematografico anche se l'idea di base, purtroppo mal sfruttata, poteva sicuramente avere sviluppi molto interessanti.
La pellicola parte mostrandoci un elefante che, secondo la voce narrante, sta subendo un attacco coi gas, ed infatti vediamo di lì a poco, il povero pachiderma cadere a terra. Dopo averci mostrato una sequela di filmati storici legati alla seconda guerra mondiale si parte con uno scienziato che sta illustrando l'antidoto ai suddetti gas ad un gruppo di ufficiali dell'esercito americano. Di lì a poco lo studioso verrà rapito e toccherà al suo assistente Phil e alla moglie Kathy seguire le tracce dei rapitori fino alla piccola isola tropicale di Mandora dove un gruppo di sopravvissuti alla disfatta del terzo Reich mantiene in vita il testone del fuhrer. Per la prima oretta la pellicola si mantiene su un tono oscillante tra dramma e commedia con inserti da spy story, quando poi si arriva a vedere la faccia di Hitler chiusa dentro un recipiente di vetro e collegata ad una macchina che
 sembra una radio valvolare, il film si trasforma in science fiction muovendo però l'asticella del ridicolo verso confini weirdo inimmaginabili, sopratutto quando la macchina da presa inquadra le espressioni del fuhrer con il suo faccione silente, gli occhi sbarrati e i baffoni ben visibili sotto l'improbabile nasone dell'attore. Poi ci sono i seguaci della weirmacht che inseguono i nostri eroi armati di baionette e vestiti come soldati delle SS senza elmetto (del resto vediamo ad un posto di blocco anche altri ufficiali senza casco da cui se ne deduce che il produttore aveva finito i soldi), una ballerina che sembra l'etichetta delle banane chiquita ed un finale che sembra infinito dove si inquadra il testone del buon adolfo che si scioglie come cera in mezzo ad un fuoco purificatore, rivelando un teschio fatto talmente male che sembra quello di una scimmia.
Per il resto la villa dove si svolgono le azioni sembra un villaggio turistico, la sceneggiatura sembra perdere e recuperare pezzi scollegando la trama ogni minuto che passa e la recitazione grida vendetta. Il film di Bradley, allontanato giustamente dal mondo del cinema dopo questa brillante prova, è un fulgido esempio di come si possano raggiungere vette inimmaginabili quando si sceglie involontariamente la strada del trash più assoluto.

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