Regia Jon Hall
Cast Sue Casey, Jon Hall, Arnold Lessing
Parla di “ridicolo pesciolone mutate a sembianze umanoidi semina il terrore tra ragazzini in costume da bagno intenti a fare surf”
Parallelamente al circuito dei surf movies, composto per lo più da documentari, apparve sul finire degli anni cinquanta il beach party movies, conosciuto anche come surfsploitation, genere che prevedeva sostanzialmente feste in spiaggia, ragazzine danzanti al suono del surf rock e muscolosi giovanotti che si esibivano in acrobazie sulla tavola, sfidando le incalzanti onde delle coste americane. Il genere prese anche derive horror/fantascientifiche, o almeno ci provò con The Horror of Party Beach del 1964 dove enormi uomini pesce con wurstel in bocca terrorizzavano i ragazzini sulle spiagge. L’anno successivo, senza alcuna vergogna, vide la luce questo The Beach Girl and the monster dove a giustificare il pesciolone assassino che uccide ragazzine sulla spiaggia, ci pensa uno scienziato oceanografico, il dott. Otto Lindsday, interpretato dallo stesso regista Jon Hall che suppone sia una Fantigua, pesce assassino (che ho cercato in giro ma sembra non esistere in natura ma potrebbe riferirsi al barracuda) mutato a causa delle radiazioni.
Insomma, tra balletti rock’n’roll (in cui vengono messe in campo un gruppo di ballerine da nightclub chiamate The Watusi Dancing Girls), estratti di acrobazie surf piazzati qua e là senza alcun senso (opera di uno dei più prolifici film-maker specializzato nel surf ovvero Dale Davis) e festicciole in spiaggia (dove c’è anche un assurdo siparietto con un ventriloquo che fa cantare “There's a Monster in the Surf” da un pupazzo a forma di leone), il film riesce comunque a intrattenere con un dramma familiare che si mescola alle fugaci apparizioni del mostro. A condurre le danze ci pensa la colonna sonora, composta da pezzi del gruppo surf The Hustlers e la title track “Dance Baby Dance” cantata nientemeno che dal figlio di Frank Sinatra.
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