giovedì 9 dicembre 2021

L’ UOMO PUMA

(1980)


Regia: Alberto De Martino

Cast: Donald Pleasence, Sidney Rome, Walter George Alton

Genere: Supereroi, Fantascienza, avventura

Parla di: “Paleontologo scopre di essere supereroe che deve combattere contro cattivaccio alla conquista del mondo”

Considerarlo uno dei peggiori film di supereroi mai realizzati appare forse ingiusto, sarebbe meglio considerarlo invece uno dei peggiori film mai realizzati in generale. Inutile catalogare questa pellicola di Alberto De Martino limitandone le potenzialità espressive del brutto cinematografico quando si ha per le mani un simile capolavoro di incompetenza e povertà. Realizzato fuori tempo massimo,  sull’onda del successo del Superman con Christopher Reeve (in quell’anno uscì il secondo capitolo), l’Uomo Puma doveva essere la risposta italiana ai blockbusters hollywoodiani ed infatti lo fu, una risposta sbagliata, purtroppo che De Martino pagò con un fiasco clamoroso al botteghino oltre ad una valanga di recensioni negative (anche se, secondo il regista, ci furono anche quelle positive ma non ci è dato di sapere quali). 

Del resto un film che inizia con un palloncino intergalattico che svolazza su modellini di Dolmen e parla di civiltà azteche mentre la voce narrante urla a tutto spiano “Uomo Puma! Uomo Puma! Uomo Puma!” non lascia molte speranze. Se poi il cast comprende una Sidney Rome vestita con un ridicolo tutone in pelle nera che farfuglia nel suo italiano stentato e l’ingombrante presenza di Miguel Ángel Fuentes (massì che ve lo ricordate, era Gordon, il messicano tuttofare ne Il Triangolo delle Bermude) il quale, per scoprire l’identità dell’Uomo Puma, butta giovani americani dalla finestra (così se volano sono il supereroe, altrimenti schiattano!) allora potete stare certi che il capolavoro Cult è dietro l’angolo. 

Protagonista della vicenda è un giovane paleontologo (interpretato dall’americano Walter George Alton, appena uscito dal cast di 10 di Blake Edwards) che scopre di appartenere alla razza aliena degli uomini puma, in grado di vedere in notturna con occhi verdognoli e volare come se stesse nuotando a rana, lo vediamo infatti ondeggiare paurosamente su immagini in sovrimpressione ed ogni tanto camminare addirittura sulle gigantografia di megalopoli occidentali in un gioco di proporzioni assolutamente sbagliato. Gli effetti speciali sono realizzati con tecniche che Hollywood si sogna (negli incubi di ogni effettista americano c’è sempre “L’uomo Puma”), basti pensare che per simulare l’ipnosi dei personaggi soggiogati al volere della maschera d’oro, si usano specchi ondulati e oscene maschere di ceramica con tubicini arrotolati e attaccati sulle tempie. A concludere questa farsa supereroistica all’amatriciana troviamo il buon Donald Pleasence, ormai a chilometro zero nel territorio tricolore, nella consueta parte del cattivone di turno, il diabolico Kobras che, tanto per cambiare, vuole conquistare il mondo.

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