giovedì 29 aprile 2021

L' ULTIMO TRENO DELLA NOTTE

 (1975)

Regia: Aldo Lado

Cast: Flavio Bucci, Gianfranco De Grassi, Enrico Maria Salerno

Genere: Rape and Revenge, Thriller, Drammatico

Parla di: “coppia di sbandati insidia giovinette dell’alta borghesia su un treno notturno”

Il film di Aldo Lado ha raccolto negli anni parecchi estimatori soprattutto all'estero (tant'è che è stato citato anche da Eli Roth in Hostel: Part II) soprattutto per l'affresco piuttosto fedele di una società dove la differenza fra il mondo degli emarginati sociali e quello della ricca borghesia perbene era molto marcata. Stiamo ovviamente parlando della metà degli anni '70 dove i giovani cominciavano a conoscere l'era punk del "no future" e dove il reazionarismo post fascista cercava di arginare un fiume in piena fatto di ribellione al sistema e anarchia pura. Pur essendo a tutti gli effetti un "rape and revenge" ispirato anche al classico The Last House on the Left di Wes Craven, il film affronta in modo semplice ed anche ingenuo questo scontro generazionale diventando così una preziosa testimonianza del passato, seppur alterata dalla fiction rispetto magari a tanti altri prodotti dell'epoca.  

I due sbandati e ribelli interpretati da Flavio Bucci e Gianfranco De Grassi vengono dipinti in negativo in quanto tossici, rapinatori e violenti in contrasto con le loro due giovani vittime, le sorelline virginee e perbene Marina Berti e Laura D'Angelo. A far da punto d'incontro tra i due mondi ci pensa però Macha Méril nella parte della ricca signora lussuriosa che si allea coi due teppisti perpetrando un vortice di degrado e malvagità elegante che ovviamente la farà franca alla fine. Come dire che le apparenze ti salvano nonostante tutto! La storia scritta da Roberto Infascelli vede Blackie e Curly, due ragazzacci che dopo aver picchiato uno vestito da babbo natale ed aver cercato di rapinare una signora con la pelliccia fuggono su un treno in partenza dove le due sorelline viaggiano per raggiungere il facoltoso papà chirurgo Enrico Maria Salerno. Durante il viaggio i due vagabondi incontrano la signora con cui Blackie ha un rapporto nel cesso. Subito dopo fanno conoscenza con le ragazze che dapprincipio sembrano divertite per la presenza dei bad boys ma subito dopo la loro coscienza di brave fanciulle rifiuta quel mondo sporco e rozzo in cui vivono i balordi, troppo tardi. I due, coadiuvati dalla ricca ninfomane, fanno violentare una delle due da un passeggero guardone (che farà di seguito la soffiata alla polizia) e trafiggeranno con un coltello la vagina all'altra.  
 
Le due giovani finiranno gettate fuori dal finestrino. I tre scendono poi alla fermata delle due ragazze e faranno conoscenza con il loro papà, il quale dopo aver scoperto la loro colpevolezza deciderà di farsi giustizia da solo. Emblematico in tal senso il finale con la Meril che si copre col velo del cappellino il volto quasi a voler significare l'ipocrisia di una classe borghese che nasconde le sue efferatezze dietro una maschera socialmente accettabile. Altro momento metaforico è la scena in cui un gruppo di nostalgici nazisti si mette a cantare nel vagone, entra Flavio Bucci urlando "Heil Hitler" e facendo di seguito il gesto dell'ombrello. La ribellione non paga, l'ipocrisia si. Musica di Ennio Morricone con un brano struggente cantato da Demis Roussos che fa da contraltare romantico alla disperazione di una società al collasso.

Nessun commento:

Posta un commento