lunedì 5 agosto 2019

RIVELAZIONI DI UNO PSICHIATRA SUL MONDO PERVERSO DEL SESSO

(1973)

Regia Renato Polselli
Cast Isarco Ravaioli, Franca Gonelli, Bruna Beardi

Finalmente grazie al mitico Polsellone e a questa sua ennesima ciofeca cinematografica, possiamo coniare un sottogenere nuovo al già vasto mondo del cinema exploitation. Nel caso di Rivelazioni di uno psichiatra siamo di fronte allo zenith massimo del cinema pretestuoso, ovvero quel cinema che pur essendo null’altro che un pornazzo da quattro soldi, cerca di mascherarsi con l’autorità scientifica della psicologia sessuale e lo studio delle relative devianze. Ecco quindi che il termine Specious dall’inglese Pretestuoso, si abbina perfettamente al termine exploitation, unendosi in matrimonio e generando la Speciousploitation, ovvero quei film che mascherano contenuti grezzi e pruriginosi con dotte divagazioni inutili quanto fallaci. 

Se non altro le dissertazioni del Dottor Frood (interpretato da una colonna portante del cinema di serie B italiano come Isarco Ravaioli) ad un gruppetto di improbabili studentelli, risulta quanto meno breve e sintetica, lasciando così spazio al vero spettacolo del film, la pornografia fine a sé stessa, ripresa da Renato Polselli stesso o rubata da X Movie americani, non ha importanza. Polselli ce la sbatte in faccia con un bel tripudio di vagine ultrapelose, orgie senza fine al ritmo ossessivo di uno psycho-progressive d’antologia, non teme censura nel mostrare una zoofila assatanata che massaggia energicamente il membro di un cagnolino salvo poi mimare un amplesso con un enorme peluche. 


Il tutto infarcito da storielle più o meno incredibili a giustificare la gerontofilia (lo stupro perpetrato a una giovinetta da un coetaneo che sfocia nella ragazza in una ossessiva attrazione per gli anziani), la necrofilia (la ragazza che spia la madre intenta ad avere rapporti con l’amante immobilizzato nel letto) e l’infausta scoperta, per un siciliano, che la novella mogliettina non è altri che un “lui”. Insomma nel periodo caldo della sua lunga e proficua carriera Renato Polselli non ci fa mancare un altro cult assoluto da abbinare a Riti, Magie nere e segrete orge del trecento. Il tutto immerso nella consueta atmosfera da trash psichedelico tipica di quegli anni, arricchita di citazioni più o meno colte (del resto se parli di psicologia devi citare almeno Freud, Jung e Adler) che sfociano in un finale enigmatico e affrettato.

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