lunedì 13 giugno 2016

LADY FRANKENSTEIN

(La figlia di Frankenstein, 1971
Regia ,
Cast  , ,



All'inizio degli anni '70 l'emancipazione della donna aveva sviluppato un movimento irresistibile che cominciava a tessere la sua impronta anche nelle varie forme d'arte e di intrattenimento, non ultimo il cinema. In particolare il genere horror, che aveva sempre visto la figura femminile come una forma passiva identificabile nella preda/vittima inerme  nei confronti del mostro maschio, mutava questo ruolo del gentil sesso trasformandolo in demone, diabolico e sensuale autore delle più spaventose efferatezze. La donna, quindi, mutava ruolo da vittima a carnefice e questo "Lady Frankestein", sottoprodotto italico spacciato per produzione oltreoceanica, ne è un perfetto esempio.

La splendida e magnetica Rosalba Neri è Tania, la figlia del dottor Frankenstein (interpretato da un ammuffito Joseph Cotten), appena uscita dalla scuola di medicina, torna nelle paterne mura per seguire le orme dell'amato genitore, il quale si dimostra restio a coivolgerla nel solito esperimento con parti di cadavere incollate tra loro. Ma il nostro arcinoto barone ha la malaugurata idea di inserire nel corpo del mostro (Paul Whiteman) il cervello di un criminale maniaco appena impiccato. Oltretutto un fulmine sfigura orrendamente la creatura, in modo da renderla giustamente orrenda per un pubblico affamato di mostri. La creatura stritolerà il vecchio scienziato e comincerà un lungo massacro nei confronti dei soliti paesani. A differenza degli altri films del genere, qui troviamo una buona dose di nudità, elemento che comincia in quegli anni a dare ottimi frutti nel cinema horror. La bella Tania, complice l'assistente del padre (Paul Muller) sviluppa a quel punto un inquietante progetto per eliminare l'errore paterno, sostituirà il cervello del muscoloso scemo di corte (Peter Martinov) con quello dell'assistente perdutamente innamorato di lei, allo scopo di fronteggiare la spaventosa creatura. Entrambi periranno abbracciati nella passione di un fuoco purificatore come è d'obbligo in questo tipo di pellicole.
 
 
Rosalba Neri  è veramente splendida nel suo personaggio, divorato dalla fame di scienza e dotato del potere della sensuale persuasione, muove i fili degli stupidi maschi e dona a questa rozza pellicola di Mel Welles una nota di merito (per quanto voci di corridoio attribuiscano in parte o totalmente la regia ad Aureliano Luppi). Per il resto siamo nel classico filmaccio di serie B con facce poco rassicuranti già durante i titoli di testa (i profanatori di tombe), scene di omicidi alquanto goffe ed una creatura che arranca schiacciata dal peso di un costume non troppo comodo.

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