Regia Fabio Salerno
Cast Francesca Bartellini, Simona Brusoni, Olimpio Fantaguzzi
Uscito in VHS in edizione
limitatissima "Notte profonda" rappresenta il sacro Graal per chi ama
il cinema indipendente, al pari del rivalutatissimo (anche troppo) "Il
Bosco 1" di Marfori. Girato in 16 mm e un budget di 11
milioni delle vecchie lire, il film rappresenta l'esordio al lungometraggio di
Fabio Salerno, tormentato film maker milanese che chiuse il capitolo
"vita" suicidandosi nel 1993. Oggi Salerno sarebbe considerato un
precursore del cinema zero budget che tanto sta affollando le sue file in
questi ultimi anni, dove centinaia di piccoli registi in erba e senza soldi,
tentano la strada della distribuzione sia cinematografica sia straight to
video, con risultati spesso molto scarsi ma dalla passione incrollabile. Di
certo, Salerno aveva al suo interno qualcosa di opprimente e cupo che nel film
viene ampiamente espresso dalle suggestioni tenebrose emanate dall'ambiente
casalingo, da una colonna sonora ossessiva e persistente e da una fotografia
che, seppur a livello amatoriale, coglie perfettamente le onde deliranti che
pervadono le sequenze.
La storia vede il giovane fumettista Paolo, nevrotico e
alcolista, che, per raccattare quattro soldi si offre di ripulire una sala da
biliardo dove sono morte di paura quattro persone. Tra le sagome in gessetto
dei corpi, Paolo trova una piccola piramide scura e da quel momento comincia
per lui una discesa negli incubi, fatta di levitazioni notturne, luci
stroboscopiche sotto le lenzuola, orrende facce di rana che sporgono dal
soffitto e creature che tentano di uscire dal televisore sbeffeggiandolo con
voci crepuscolari. Salerno, che cura direttamente gli effetti speciali, si
sbizzarrisce tra chiavi che sfrigolano a passo uno, pupazzetti e movimenti in
reverse con grande uso di primi piani e un montaggio spesso rozzo e decisamente
poco frenetico. La recitazione del cast è ai minimi livelli sindacali e la
qualità delle riprese viene penalizzata da strumenti amatoriali, insomma tutto
sa di casalingo, artigianale, messo in piedi in qualche maniera, arrangiandosi
nella migliore tradizione del classico film maker senza soldi ma con grande
passione per l'horror (rivelata anche dalla presenza di numerosi poster di
classici dell'epoca) e in particolare per Bava e Argento (il bisturi che si
muove in soggettiva ricorda un po il taglierino di "Shock" ) e
Cronenberg (Videodrome).
Eppure, in tanta ingenua artigianalità, qualcosa tenta
a forza di irrompere attraverso le angosce e le paure notturne del
protagonista, il buio oltre il corridoio, gli oggetti che si animano, rappresentano
perfettamente le paure che tutti noi conosciamo sin da bambini. Le essenze cupe,
distorte e depresse di Salerno vengono perfettamente a galla, trovano terreno
fertile tra le stanze di una casa ed estorcono dallo schermo una forza che
spesso non si trova nelle grandi produzioni. Il prodotto è quello che è, fatto
come è fatto e non vogliamo di certo rivalutarlo a forza, anche perchè privo
della demenzialità posticcia e incompetente di Marfori nel suo
"Bosco1", eppure "Notte profonda" rappresenta il film che
tutti i giovani cineasti in erba, rimasti soli in casa per un weekend con la
nuova telecamera appena regalata da papà, vorrebbero disperatamente
girare.
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