giovedì 29 maggio 2014

DRAGON WARS

(D-Wars, 2007)
Regia
Cast  , ,



Il sottotitolo ideale, per questa sorta di blockbuster coreano, potrebbe essere "come buttare miliardi giù da un palazzo", si perchè nonostante la notevole forza visiva delle immagini e degli effetti visivi (comune però a quasi tutti i videogame di ultima generazione) il film di Hyung-rae Shim ha più buchi di sceneggiatura di quanti ne fa il gigantesco serpentone protagonista mentre striscia sul grattacielo in una delle scene più spettacolari. Ispirato ad una serie di leggende coreane, il plot segue un'ambientazione occidentale poco credibile nonostante l'ampio utilizzo di attori americani,strategia meramente commerciale per vendere il prodotto al mercato estero. Già è triste dover rinunciare alla propria nazionalità, se poi i personaggi non sono neanche in sintonia con la storia raccontata, nonostante l'espediente di renderli reincarnazioni di antichi guerrieri con gli occhi a mandorla, raggiunge il sublime della pochezza.  

La storia racconta di un'antica leggenda in cui i dragoni tornano dopo 500 anni per catturare una donna con il simbolo del serpente tatuato sulla spalla. A questo punto sembra che dall'estremo oriente, i personaggi si reincarnino in giovani americani di Los Angeles con un enorne cobra realizzato in 3d che cerca in tutti i modi di far fuori i nostri eroi. Lasciando perdere i cambi di scena incongruenti (i due ragazzi passano dalla città alla spiaggia senza apparente motivo) mancano totalmente le caratterizzazioni e nonostante gli effetti digitali siano molto belli, dopo un pò stufano e si arriva al grottesco duello finale tra mostri che risulta invedibile. Insomma dopo appena un'ora ci si è già rotti le palle di vedere morte e distruzione proprinati così allegramente senza un vero e proprio colpo di scena. Si salva solo la sequenza in flashback all'inizio (in cui gli attori sono tutti orientali) e l'assalto alla città da parte dell'orda mostruosa. La domanda che sorge a questo punto è: "ma un buon sceneggiatore costa così tanto? Non si poteva comprarne uno in più e lasciar perdere qualche mostriciattolo di troppo?"

In un'ultima analisi Dragon War è un film che passa come acqua fresca, senza lasciare traccia ed agli appassionati di Giant Monster Movie non resta altro che tornare a guardarsi i vecchi film di Godzilla, dove almeno il ridicolo è già talmente palese che almeno ci si diverte.
Qua si rischia invece di sbadigliare talmente forte da superare le notevoli urla dei mostri! 





martedì 20 maggio 2014

LA VAMPIRA NUDA

(La Vampire nue, 1969)

Regia
Cast , ,



Non è facile digerire lo stile di Jean Rollin, sopratutto per uno spettatore moderno abituato ad una certa frenesia d'immagine che il regista francese non ha mai adottato, i suoi film, oltre ad un'ostentata attitudine arty, sono decisamente lenti, dialoghi ridotti all'osso, sequenze dettagliate (sopratutto per quanto riguarda il nudo femminile) e spesso sono totalmente incomprensibili. Elementi ben rappresentati in questo "La La vampire nue" ennesima rielaborazione del tema vampiresco al femminile, marchio inconfondibile del maestro che ne rielabora il concetto filmico come un mantra ossessivo in buona parte delle sue pellicole. L'incipit ci porta in un laboratorio di analisi dove un gruppo di incappucciati preleva il sangue ad una donna in vestaglia, poi tutta una serie di sequenze allucinatorie in cui vediamo uomini che indossano maschere di animali e una rossa in calzamaglia che fa una sorta di danza da locale strip-tease con tanto di conetti sui capezzoli. Nel frattempo assistiamo all'incontro tra il giovane figlio di papà Pierre con una misteriosa ragazza inseguita da misteriosi figuri. 

La scena si sposta in una villona lussuosa dove un gruppo di ricchi, seguaci del culto dell'immortalità inizia a suicidarsi, ma Pierre, protagonista della vicenda si rifiuta e ammazza il proprietario, mentre fugge un tizio mascherato da Shazam lo esorta ad andare da suo padre, il ricco industriale Radamante, dove lo attendono altre sorprese. Intanto vediamo un pittore che ammira una nera nuda con unghioni di rame alle dita. L'andamento del film è un pò tutto così, con pretese di artisticità oltre ogni limite, un melange visionario dove l'occhio si bea di una fotografia molto accurata, scenografie sontuose e una messa in scena decisamente accattivante, il tutto accompagnato dalla colonna sonora di Yvon Serault realizzata con musiche psichedeliche e particolarmente ossessive. 

A tratti si percepisce un'aura quasi pasoliniana, accentuata da una recitazione glaciale e un ritmo ammorbante che mette a dura prova la comprensione di quanto accade. Conviene dunque adagiarsi al ritmo ipnotico di sequenze notturne con gigantesche ombre, campi lunghi, sculture bizzarre, un pò di nudo ma poca roba rispetto a quanto promette il titolo. Ed alla fine non ci sono neanche i vampiri, il finale infatti prende una insolita piega fantascientifica in cui i succhiasangue sono in realtà dei mutanti. Pare (ma pare eh!) che Kubrick si sia ispirato alle atmosfere de "La La vampire nue" per realizzare Eyes Wide Shut, cosa che in effetti potrebbe anche essere, ci chiediamo peraltro se almeno il buon Stanley ci abbia capito qualcosa in questo minestrone confusionario e dadaista.


martedì 13 maggio 2014

HYDRA, THE SEA SERPENT

(Serpiente de Mar, 1984)
Regia
Cast , ,  



Serpiente De Mar è un monster movie a basso budget che si ispira alla sci-fi anni '50 con grande abbondanza di citazioni dei classici del genere ma piuttosto povero in quanto a resa cinematografica. Autore di questo incredibile Z Movie è nientemeno che Amando de Ossorio, regista iberico divenuto di culto grazie alla sua saga dei resuscitati ciechi di cui risulta obbligatoria la visione del primo Noche del terror ciego che è veramente notevole. E' alquanto paradossale che la dignitosa carriera di Ossorio (morto nel 2001) si sia chiusa con questo film, un incredibile pasticciaccio non sense reso ancor più ridicolo dalle sembianze del serpentone, assomigliante più ad un moscone di gomma che a un rettile, animato come Kermit dei muppet e dotato di un verso stridulo che farebbe passare l'appetito a un cinghiale.


Già dalle prime sequenze il ridicolo affonda nella piaga con un aereo militare a cui viene annullata la missione e decide incredibilmente di disfarsi del suo carico, una bomba atomica, in pieno oceano. L'esplosione scongela il serpentone e lo stesso  inizia ad affondare a testate tutte le barche che incontra, inghiottendone i marinai (si, perchè far muovere le mascelle ad un testone di cartapesta sarebbe risultato troppo costoso).
Una delle sequenze che vengono più spesso ripetute nel film mostra una barca a sinistra dello schermo e il serpente gigante che urla sulla destra, un effetto fotografico alquanto dozzinale ma che risulta l'unico momento in cui è possibile percepire che ci troviamo di fronte a un mostro gigante.


 Il cast recita in maniera pessima con un marinaio che cerca in tutti i modi di convincere una donna a testimoniare con lui che il mostro esiste veramente, lo vediamo sul letto dell'ospedale che, mentre la implora, le mette le mani dappertutto. Ciliegina sulla torta un Ray Milland ormai alla deriva che non riesce quasi più neanche a parlare. Eppure Ossorio dimostra una grande passione per i monster movie citando la famosa scena del faro de The Beast from 20,000 Fathoms mentre nel finale il serpente attorcigliato sulla trave di un ponte ricorda molto il polipone de Il Mostro dei Mari . Detto questo il film risulta godibile nella sua scelleratezza ed il grosso serpentone andrebbe catalogato come "il mostro cinematografico più scemo della storia" al punto che, alla fine, si rende egli stesso artefice della propria distruzione (in pratica si attorciglia ad un pilastro di un ponte ferroviario, fa crollare la struttura mentre passa un treno e si tira addosso un vagone cisterna contenente liquido infiammabile che gli esplode addosso).


mercoledì 7 maggio 2014

AENIGMA

(Id. 1987)
Regia
Cast  , ,
 


Avviato verso un inarrestabile declino artistico, Lucio Fulci si ritrovò, negli anni ottanta, a lavorare sempre meno, con scarse produzioni e incassi ancora meno soddisfacenti, al punto che dall'82 non gira più film fino a questo "Aenigma" datato 1987, una specie di versione al femminile di "Patrick" di Richard Franklin che, grazie ad un buon successo di cassetta, dominò le fantasie degli sceneggiatori italiani per tutto il decennio successivo. Girato con un budget miserrimo e con manovalanza jugoslava, il film presenta tutte le caratteristiche di un prodotto fulciano ridotte però ad una imbarazzante parodia di sé stesso. 

Le prime scene ci regalano una vera e propria chicca trash dove la protagonista è una studentessa sfigatissima innamorata del suo professore, un gruppo di amici gli organizza uno scherzo crudele che la manda direttamente in un coma che non sembra poi neanche così profondo dal momento che per la restante durata del film la ragazza non fa altro che sghignazzare e mandare maledizioni con il pensiero, accompagnata dal simpatico suono dell'apparecchio che fa "ping!" (Op. cit.). 

Sottolineata da una musichetta anni ottanta degna di qualche pornazzo d'epoca, la vicenda si snoda attraverso gli occhi di un'altra ragazza, Eva, appena giunta in collegio ma a differenza dell'altra, pure gnocca. E tra espressioni idiote, professori megaingellati, sguardi al puntamento laser assistiamo alla vendetta della sfigatella in coma che ne combina di tutti i colori ai responsabili dello scherzo. Si parte da un letto pieno di schifose lumache che avvolgono una ragazza in un tripudio di suoni che sembrano registrati alla mensa di un ospizio (succhi e risucchi) per arrivare ad affreschi che grondano sangue, statue di gesso che si animano e strangolano e tante amenità di questo genere. Le ultime inquadrature finali riportano un pò di dignità al lavoro del regista qui impegnato, evidentemente, a tirare a casa la pagnotta oscurando le sue grandi capacità artistiche che, in altre occasioni, ci hanno regalato grandi opere. Nonostante tutto Aenigma, se perpetrato con il giusto spirito weirdo, si lascia guardare e scorre via divertendo, evitare l'acquisto del dvd se il prezzo supera i due euro. (siamo o non siamo in crisi?)